L’eroe che tornò a vivere

“Criside, una giovane donna proveniente dall’isola di Andro, intratteneva in quest’ora del tramonto un piccolo gruppo di adolescenti a Brino e meditava con loro sul significato della vita. Quella sera raccontò una favola.

Un eroe venuto a morte, intristito dalle tetre paludi degli Inferi, chiese a Giove la grazia di ritornare, sia pure per un giorno solo, sulla terra.

Gli fu accordata, ma ad un patto: questa giornata avrebbe dovuto essere una di quelle meno ricche di avvenimenti, delle ventiduemila giornate della sua vita terrena, ed egli avrebbe dovuto viverla nella veste di spettatore e attore.
Come attore avrebbe ripetuto esattamente le parole e i gesti di quel giorno, e come spettatore sarebbe stato consapevole di rivivere un’esperienza già vissuta.

Così l’eroe ritornò alla luce del sole in un certo giorno del suo quindicesimo anno di vita. Quando si svegliò nella sua cameretta, con il cuore che aveva ricominciato a battere, venne colto dallo sgomento al pensiero che avrebbe rivisto i genitori che da tempo giacevano sotto terra.

Scese nel cortile. Sua madre levò gli occhi dal telaio, lo salutò e continuò il suo lavoro. Suo padre passò senza vederlo, perché quel giorno aveva la mente piena di preoccupazioni.

Improvvisamente l’eroe si rese conto che anche i vivi sono morti e che siamo vivi soltanto in quei brevissimi istanti nei quali abbiamo la consapevolezza del dono che ci è stato dato con la vita.

Non era ancora trascorsa un’ora che l’eroe chiese a Giove di essere liberato da quell’incubo. Fu esaudito, ma prima di tornare agli Inferi si gettò al suolo e baciò una zolla di quella terra che in vita calpestiamo senza renderci conto del miracolo che è la vita stessa".

Thornton Wilder